11 luglio 2008

Pallavolo: la Yamamay Busto Arsizio rinforzata in ogni reparto ha le doti per diventare la sesta sorella

BUSTO ARSIZIO Luglio nello sport significa subbuglio, immaginazione al potere e certezze poche. Detto questo, anzi premettendo la fallacità di qualunque idea partorita in siffatto periodo, la logica suggerisce comunque come la prossima Futura Volley sia in regolissima per centrare l’obiettivo, il quale non è vincere (il piano è quadriennale, di quello si parlerà dal 2010) ma compiere un ulteriore passo d’avvicinamento relativo al vertice assoluto. PANORAMICA La serie A1 al via il 12 ottobre è cresciuta di 2 unità: il prossimo, infatti, sarà un torneo a 14 squadre le cui sommarie prime fotografie sono riportate qui a fianco. Ma che campionato vedremo? «Interessante», direbbe mister Spock di Star Trek, perché seppure diverse atlete di grido sono emigrate, altre di razza sono tornate e, tutto compreso, la differenza fra arrivare 5ª o 9ª sarà più sottile mancando pure un materasso dichiarato alla Forlì; le tagliole, insomma, sono pronte a scattare ovunque. Magari svetteranno meno punte di diamante, ma agonismo e fisicità saranno merce assai più richiesta per emergere. Andiamo controcorrente: un po’ di caviale in meno ma tanto divertimento in più. LE ELETTE Le 5 sorelle (Pesaro, Perugia, Bergamo, Novara e Jesi) resteranno tali? Due, la Scavo campionessa e l’ideologicamente esaltante Foppa alias simil nazionale italiana, di sicuro. Novara e Jesi, disegnate con testa, in ottica Yama restano un gradino sopra, anche se il suddetto appare minore rispetto al passato. Ancora inintelleggibile la situazione di Perugia campionessa d’Europa, dove il presidente Iacone è stato affiancato da Di Marzo, primo dirigente del calcio cittadino: salutare Gioli, Del Core e Francia, anche per chi è abituato a ripartire da zero, potrebbe essere troppo. Arriveranno Togut e Glinka, Arcangeli è rimasta ma, ora come ora, considerarla così più forte di Busto pare esagerato. L’anno scorso le farfalle hanno rubato alle 5 sorelle 3 punti (2 a Pesaro e 1 a Perugia) sui 30 disponibili: porre il nuovo obiettivo a 8 barra 10 non è da manicomio. LA NOSTRA YAMAMAY La pallavolo è fatta di tre cose indissolubilmente saldate: il primo tocco, la ricezione; il secondo, il palleggio dell’alzatrice; e il terzo, l’attacco. Compiendo sforzi notevoli perché la prossima Yama è ben più costosa della scorsa, la triade Aldera-Forte-Parisi è intervenuta principalmente su primo e secondo tocco. Molinengo, super in difesa, in ricezione ha garantito una perfezione del 46,5%: vale il 55,3% la nuova a rrivata Borri, statistica pari a quella di sua maestà Cardullo. Dirickx, ottima a muro e come attaccante, a volte ha latitato nella gestione del gioco sia come distribuzione che precisione, soprattutto nelle assistenze alle centrali. Fernandinha (ricercata da Cannes, Novara, Jesi e a Busto non certo perché la volta del PalaYamamay è bella), come Borri, è una delle migliori interpreti dei rispettivi ruoli. Andiamo a Campanari: non avrà il muro di Parenti, ma sui primi tempi è seconda a pochi. Infine, i terminali: Esko è stata una delle migliori giocatrici del torneo mentre Viganò, seppur non potente, possiede tecnica e manualità superiori oltre che essere una ricevitrice da favola. Tereza Matuszkova: l’anno scorso si è puntato su una ventenne all’esordio come protagonista in A1 e pure in un ruolo nuovo, lady Serena Ortolani ora opposto titolare alla Foppa; quest’anno si va da una ragazza di 25 anni vincente di un titolo in Polonia e dalla discreta esperienza internazionale. Cosa cambia? Forse niente, considerando anche che, con primo e secondo tocco migliori, l’assistenza per il terzo crescerà di conseguenza. Anzi, dato che si attaccherà bene anche con le centrali e che non si deve vincere, avere una che fa i buchi nel pavimento ogni palla che colpisce non è ancora necessario. fonte: La Provincia

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